16 Novembre 2017
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News
Un po’ di storia
Per secoli e secoli, l’uomo si è servito dell’arco per cacciare, così come accade ancora tra alcune popolazioni aborigene dell’Africa e dell’Amazzonia. Pitture rupestri datate 20.000-30.000 anni fa, poste sulle pareti di alcune grotte in Francia, Italia, Germania e in Spagna raffigurano uomini impegnati in attività di caccia per mezzo dell’arco, mentre gli antichi Egizi intorno al 3500 a.C. utilizzavano l’arco come strumento di guerra; esso era alto quanto una persona e le punte delle frecce erano di bronzo e pietra. Gli Assiri intorno al 1800 a.C. crearono un arco più piccolo, composto di pelle, corno e legno, con forma ricurva; materiali e forma consentivano una maggiore potenza e davano loro la possibilità di utilizzarlo mentre montavano i cavalli. Nella Guerra dei cent’anni tra il Regno di Francia e il Regno di Inghilterra, e più precisamente durante la battaglia di Azicourt del 1415 i veri protagonisti strategici furono proprio gli archi Longbow. L’utilizzo dell’arco come arma da guerra diminuì rapidamente dopo l’invenzione dell’arma da fuoco nel XVII secolo ma nel secolo precedente se ne era scoperto l’utilizzo ludico. Nel 1537 il Re Enrico VIII promosse infatti il tiro con l’arco sportivo in Inghilterra e venne istituita una società arcieristica. Diverse società vennero fondate durante il corso di tutto il XVII secolo e la nascita di numerosi tornei confermarono il successo del tiro con l’arco come sport da competizione. Nel 1787, quindi, anche le donne furono ammesse in una società arcieristica. Il tiro con l’arco fu inserito per la prima volta tra le discipline olimpiche nell’edizione di Parigi del 1900 anche per ricordare un fondatore dei primi giochi mitologici, l’arciere Ercole. In assenza, però, di una carta normativa, la disciplina fu accantonata dopo l’edizione del 1920. Nel 1931 nella allora città polacca di Leopoli, alcuni appassionati tiratori misero a punto un regolamento per dare validità alle loro gare. Da lì a breve nacque la FITA (Federazione Internazionale di Tiro con l’Arco) che divenne il punto di riferimento normativo e organizzativo sino a condurre questa attività sportiva a figurare nuovamente e definitivamente tra le discipline olimpiche a partire dalle Olimpiadi di Monaco del 1972. Nel 1959, intanto, era stata organizzata all’Arena Civica di Milano la prima gara internazionale e nel 1961 era nata in Italia la “FITARCO” (Federazione Italiana Tiro con l’Arco).
Nel nostro ordinamento federale sono previsti 3 tipi di divisioni arcieristiche: “Arco Olimpico“, “Arco Nudo” e “Compound“.
Nell’Arco Olimpico e possibile attrezzare il proprio arco con alcuni accorgimenti che permettono di migliorarne la prestazione in stabilità e precisione. Questi sono, ad esempio, gli ammortizzatori di vibrazioni, gli stabilizzatori – che imprimono movimenti inerziali ad eventuali contrazioni muscolari anomale – ed il mirino.
Nell’Arco Nudo, invece, il regolamento vieta all’arciere di attrezzare con i suddetti accorgimenti il proprio arco. Questa disciplina e quella che forse ricorda più di tutte la pratica ancestrale del tiro con l’arco.
Nella divisione arcieristica Compound il regolamento e meno restrittivo e prevede l’utilizzo di una lente di ingrandimento per migliorare la mira.
Oltre all’attrezzatura per l’arco olimpico, gli archi Compound sono dotati alle estremità dei flettenti di una coppia di carrucole che fungono da leve, dimezzando così lo sforzo in fase di mira.
Per quanto concerne le diverse tipologie di gare elencate, vi possono partecipare tutti gli iscritti alla Federazione, cominciando dai ragazzi che hanno compiuto 9 anni, con i giovanissimi, gli allievi e gli juniores, sino ad arrivare ai seniores e ai veterani. Ogni iscritto ha la possibilità, durante l’anno, attraverso le gare che sono stabilite da un apposito calendario, di accumulare dei punteggi prestabiliti che possono consentire di accedere ai gruppi nazionali, e successivamente di partecipare, attraverso raduni collegiali, a gare internazionali ed eventualmente alle Olimpiadi, (riservate per ora solo alla divisione olimpica). In questo momento, l’arco è considerato un attrezzo sportivo a tutti gli effetti, ma può diventare uno strumento pericoloso in mano a degli sconsiderati, per ignoranza di alcune regole. Pertanto, essendo il tiro con l’arco un’attività sportiva fondamentalmente coordinativa e non solo di mira, ed essendo possibile praticarla in ogni luogo e a ogni età, in spazi ampi oppure relativamente ridotti, è necessario garantire l’applicazione delle fondamentali norme di sicurezza, insegnate preventivamente con scrupolo durante i corsi di apprendimento obbligatori per chiunque decida di intraprendere questo meraviglioso sport.